Come reggere gli urti del cambiamento e rafforzare la tua Resilienza

Il termine resilienza compare spesso quando si parla di cambiamento, crisi e riti di passaggio della vita. Detta in parole semplici, la resilienza è: “la capacità di un individuo di affrontare e superare un periodo di difficoltà”.

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Alla fine del 2017, come forse avrai già letto o sentito in qualche altra puntata del mio podcast o sul mio blog, ho avuto una seria battuta d’arresto per motivi di salute. Il mio corpo mi ha semplicemente detto: “stop, io mi fermo qui”. E quello era solo l’inizio.

Dopo dieci anni di lavoro nella stessa azienda, le cose hanno cominciato a non funzionare più, per me. Non mi sentivo più “nel mio posto”, economicamente le cose non giravano, i clienti nemmeno e le divergenze di opinioni tra i soci erano diventate troppe e troppo poco sostenibili, per andare avanti. Questo, ovviamente, si rifletteva su ogni altro aspetto della mia vita. Casa, famiglia, umore, amicizie.

Insomma, le cose non stavano andando bene.

Anzi, sembrava proprio una specie di accanimento nei miei confronti da parte dell’universo. Prima la salute, poi il lavoro e, a seguire, tutto il resto.

Ma, nonostante questo marasma, qualcosa dentro di me mi diceva chiaramente che dovevo fidarmi, che sarebbe andato tutto bene.

Quando senti voci di questo tipo, però, non sai mai quando “inizierà ad andare tutto bene” e se quella voce è vera oppure è un tuo modo per mascherare il panico, per cui… devi fidarti il doppio.

Ma siccome il tema del cambiamento, come sai, è oggetto costante delle mie ricerche, allora non ho dovuto fare altro che riprendere in mano il mio primo libro “Riti di Passaggio, gli inevitabili cambiamenti della vita”, per ricordarmi alcuni principi fondamentali che voglio passarti sotto forma di sintesi concreta, applicabile subito al tuo percorso personale e professionale. 


1. Quando arriva il cambiamento arriva anche la confusione, accettala.

Quando la chiamata al cambiamento arriva è inequivocabile: lo capisci perché non sai più che pesci pigliare. Non ti puoi sbagliare. Fino al giorno prima tutto ti sembrava chiaro e limpido, persino ovvio, mentre oggi tutto è discutibile e sfuggente.

Ti trovi in mezzo alla nebbia e, di sicuro, spingere sull’acceleratore non è mai una buona idea.

Quanto prima accetterai che le cose stanno cambiando, tanto prima il cambiamento diventerà gestibile ed entrerai in una nuova fase di normalità. Accetta qualunque cosa c’è lì, anche quelle che detesti o che ti fanno paura. Accorcerai di molto i tempi di quella che chiamiamo “crisi”.

Se sei in mezzo alla nebbia, di sicuro, spingere sull’acceleratore non è una buona idea. #mindfulness #resilienza Condividi il Tweet

2. Osserva la storia che ti racconti

Quando il cambiamento arriva, la nostra mente va in tilt e comincia a parlare in modo isterico. Siamo occupati con racconti ripetitivi e irrazionali. Molto spesso incentrati sulla necessità di trovare un colpevole per quello che ci sta succedendo (un socio, il capo, la moglie, il marito, i genitori, il governo,  Trump, il mondo intero).

La soluzione è una sola:

Stop! Fermati e osserva la storia che ti stai raccontando.

Funziona? È una storia oggettivamente vera? Ti fa stare meglio? Ti stai raccontando tutta la verità?

Quando ho realizzato che le cose andavano male, era facile trovare dei colpevoli, ma la verità era che ognuno di noi è uno “scatenatore di eventi e di conseguenze”, nel bene e nel male. E solo riprendendoti questo ruolo, al di là delle storie che ti racconti, riprenderai anche il tuo potere di cambiare le cose.

3. Guarda in faccia il mostro e accetta di non essere Iron Man

Questa è più facile a dirla che a farla, me ne rendo conto, ma è un po’ come per le paure dei bambini: appena guardano sotto il letto, si rendono conto che il mostro non c’è.

Così, non appena inizi ad osservare la tua paura, il mostro diventa più piccolo, la sua voce si fa meno grossa e il buio non sembra così buio.

Accetta di non essere Iron Man.

Arrenditi, dichiara la tua paura, la tua confusione e la tua presunta impotenza. Guarda la paura negli occhi senza sfidarla, senza negarla. Fare il duro, opporre resistenza, non serve. Aprirsi al cambiamento significa anche ammettere la nostra umanità, il nostro essere vulnerabili e spaventati.

Incredibilmente questo apre la porta a degli “atti di clemenza” straordinari da parte dell’universo. Non te la so spiegare diversamente, ma provaci e vedrai che sarà così. Forse perché ci vengono date solo prove che siamo in grado di superare.

Accetta le cose per quello che sono, la paura lascerà il posto alla fiducia.

4. Impara l’arte del tempo presente e del silenzio

Quando tutto diventa troppo rumoroso, incasinato e difficile allora bisogna trovare dei momenti in cui rallentare tutto e semplificare. Per questo raccomando di praticare un po’ di Mindfulness tutti i giorni o, quanto meno, più spesso possibile. Soprattutto nei momenti di passaggio. È la chiave per non scoppiare, per non andare di fuori.

Anche solo dieci minuti al giorno ti riportano al centro di te stesso, al centro della calma, della chiarezza.

È come fare una ricarica di lucidità mentale.

E se impari a farlo anche quando non sei in crisi, aumenterai la famigerata resilienza di cui si parlava all’inizio. Che non è la stessa cosa che andare a correre o andare in palestra a sfogare il corpo, a “buttare fuori”. Quello è fantastico, ma la meditazione ti porta altrove.

Ho scritto un ebook che puoi scaricare gratuitamente su questo argomento, per incominciare ad assaggiare questa pratica. Prendilo, è tuo.

5. Lascia andare quello che non serve

Noi abbiamo paura del cambiamento perché ci attacchiamo alle cose, alle persone, a tutto ciò che rappresenta la nostra routine sicura, la nostra consuetudine, giusta o sbagliata che sia. Abbiamo persino paura di abbandonare le nostre relazioni (personali e professionali), basate sulla dipendenza, sul ricatto emotivo o comunque tossiche, semplicemente perché sono l’ambiente che frequentiamo tutti i giorni e che abbiamo imparato a gestire. 

Una volta che accettiamo che tutto questo va lasciato andare dobbiamo aprirci ad una nuova possibilità: quella di smetterla di portarceli dietro. Che non significa “condonare”, significa abbandonare il peso, la tensione della vendetta, della punizione, del “volerla far pagare”. Così facendo portiamo semplicemente un carico, una tensione in noi che può solo peggiorare la nostra qualità della vita.

In poche parole, dobbiamo imparare a per-donare.

In fondo, siamo tutti bambini che sono cresciuti facendo del loro meglio per accontentare qualcuno. Poi, un giorno, ci siamo resi conto che alcune cose non ci piacevano più e abbiamo iniziato a cercare la nostra strada, abbiamo iniziato a cercare noi stessi, anche se non lo sapevamo.

In fondo, siamo tutti bambini che sono cresciuti facendo del loro meglio per accontentare qualcuno. Poi, un giorno, abbiamo iniziato a cercare noi stessi, anche se non lo sapevamo. #mindfulness #resilienza Condividi il Tweet

Gli errori, in questo processo, sono naturali, inevitabili e, in moltissimi casi, persino  indispensabili.

Ma se ti alleni, se eserciti la tua Mindfulness, un giorno ti volterai indietro e potrai guardare con serenità a quello che è successo, persino con soddisfazione, perché senza quella tempesta non saresti mai naufragato su quell’isola bellissima.